Le contestazioni e le richieste dei COA
I Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, S. Maria C.V., Napoli Nord, Nola, Torre Annunziata, Avellino e Benevento
Premesso che:
- al fine di avviare la “Fase due” dell’emergenza Covid 19 e graduare la ripresa delle attività produttive, l’art. 83 comma 6 del D.L. n. 18/2020, convertito con modificazioni in L. n. 27/2020, ha demandato ai capi degli uffici giudiziari, sentita l’autorità sanitaria regionale e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e d’intesa con il Presidente della Corte d’Appello ed il Procuratore Generale della Repubblica, l’adozione di misure organizzative per la trattazione degli affari giudiziari;
- tale previsione normativa ha determinato che ogni ufficio giudiziario si sia munito di uno o più protocolli, linee guida o decreti presidenziali per regolamentare i processi e il funzionamento delle cancellerie, generando disorientamento e violazione dell’irrinunciabile principio della certezza del diritto;
- al contrario di quanto stabilito con il DL 18/2020, il diritto italiano si basa su norme che i giudici devono applicare e non scrivere;
- la pilatesca soluzione legislativa si è caratterizzata anche per avere omesso di prevedere la partecipazione dell’Avvocatura nel processo decisionale, escludendo la componente costituzionalmente incaricata di rappresentare i diritti dei cittadini e delle imprese e per questo interessata alla rapidità ed all’efficienza della Giustizia;
- le lacune del legislatore hanno prodotto il risultato che nel Distretto di Napoli i provvedimenti organizzatori, salvo poche eccezioni, sono stati adottati in dispregio delle proposte avanzate dall’Avvocatura e comunicati con inaccettabile ritardo un solo giorno lavorativo prima della ripresa dei termini processuali e delle attività giudiziarie;
Considerato che:
- la ripresa delle attività giudiziarie nel distretto di Napoli è stata fortemente limitata sia nel settore penale che nel civile;
- per gli uffici del Giudice di pace del distretto di Napoli, la Corte di appello, con decisione dell’8.5.2020, ha decretato il differimento al 4 giugno dell’intesa ex art. 83 comma 6 D.L. 18/2020, così rinviando a data e modalità incerte la ripresa dell’attività;
- risulta ingiustificato il ritardo nell’adozione di adeguate misure di ripartenza degli Uffici del Giudice di Pace, la cui perdurante sospensione provoca anche danni incalcolabili a una larga fetta dell’Avvocatura del distretto, già reduce dal fermo di oltre due mesi nella cd. Fase 1;
- la crisi pandemica ha di fatto paralizzato il settore della giustizia, con compressione dei diritti del cittadino, e a tutt’oggi non si intravedono soluzioni legislative o regolamentari idonee per la vera ripartenza;
- la situazione si rivela ancor più drammatica nel distretto di Napoli per le endemiche criticità delle strutture giudiziarie e le ataviche ed irrisolte carenze di personale sia magistratuale che soprattutto amministrativo, come più volte denunciato dai singoli Consigli dell’ordine degli avvocati e dalle rappresentanze nazionali;
Tanto premesso e considerato, i sottoscritti Presidenti, a nome dei rispettivi Consigli dell’Ordine
Stigmatizzano
il Governo e il Ministro della Giustizia per aver:
- rinunciato ad esercitare la funzione regolatrice e di indirizzo delle modalità di svolgimento della giurisdizione, demandandola semplicisticamente a livello locale;
- omesso di intervenire sulle più volte denunciate carenze strutturali degli uffici giudiziari e sulla insufficienza del personale, che oggi costituiscono fattori impeditivi della ripresa;
- escluso i rappresentanti dell’avvocatura nazionale e locale dai processi decisionali per la ripartenza della giustizia, affidandolo esclusivamente alla categoria che dovrebbe applicare le regole e non scriverle d’imperio;
Contestano
la mancanza di programmazione, indirizzo e stimolo da parte della Corte di appello di Napoli che, in nome della necessità di evitare disparità di trattamento nel distretto, ha di fatto sospeso ogni attività e livellato al ribasso l’operatività degli uffici.
Invocano
il richiamo al senso di responsabilità di tutti i soggetti che hanno il compito di garantire la ripartenza del sistema produttivo nazionale ed in particolare del comparto giustizia, evidenziando l’urgenza di interventi che consentano in tempi rapidissimi sia la tutela dei diritti dei cittadini, sia la sopravvivenza di migliaia di professionisti non stipendiati.
Chiedono
un immediato intervento di rango legislativo o regolamentare per disciplinare in maniera univoca e uniforme i processi in tutti gli Uffici Giudiziari italiani, con l’inclusione attiva dell’Avvocatura nei processi decisionali e con indicazione di precisi e rigorosi parametri entro i quali, in ragione di eventuali peculiarità ed esigenze logistiche, ciascun Dirigente possa motivatamente adottare misure organizzative particolari condivise con l’Avvocatura.
Chiedono
che si ripristini immediatamente il confronto tra la Magistratura e l’Avvocatura a livello distrettuale per ottenere linee guida condivise e omogenee nel Distretto, facendo ricorso, se del caso, anche a soluzioni innovative praeter legem, giustificabili in ragione della emergenza epidemiologica, al fine di assicurare la riapertura di tutti i settori della Giustizia.
Auspicano
la immediata ripresa del dialogo affinchè l’Avvocatura e la Magistratura perseguano insieme il vero obiettivo comune della tutela dei diritti del cittadino e dell’affermazione della giustizia.
12 maggio 2020
I Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati del distretto di Napoli
Avv. Gianfranco Mallardo Avv. Antonio Tafuri Avv. Adolfo Russo
Avv. Ciro Sesto Avv. Luisa Liguoro Avv. Antonio Barra Avv. Stefania Pavone
Si comunichi:
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Ministro della Giustizia
al Presidente della Corte di Appello di Napoli
al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli
al C.S.M.
al C.N.F.
all’O.C.F.
a tutti gli Avvocati del Distretto di Napoli.